Reddito di cittadinanza: si rischia una guerra tra i poveri

Reddito di cittadinanza: si rischia una guerra tra i poveri mai vista prima, commenta il consigliere 5 stelle Gaetano Palumbo

“Con il reddito di cittadinanza si rischia una guerra tra i poveri mai vista prima”, il commento del consigliere 5 stelle Gaetano Palumbo. Il consigliere Palumbo, analizza il commento di una signora sul suo profilo Facebook. “Tra i messaggi che mi arrivano in posta, uno mi ha colpito particolarmente. “Maria” (nome di fantasia per privacy) ha deciso prima di scrivermi in privato e poi di commentare un post su Facebook. Maria è una donna di 54 anni, percepisce il reddito di cittadinanza ma non riesce a trovare lavoro. Non si offendessero se per lavoro intendiamo un impiego con regolare contratto ed una paga decente.

“Maria” rappresenta solo una goccia in un mare di percettori di reddito che grazie a questo strumento hanno ritrovato il sorriso. Un sorriso che le ha permesso di superare anni complessi e difficili. Il Governo Meloni, ha deciso di innescare una guerra tra poveri mai vista prima, ha trascinato il dibattito nell’odio verso chi nella vita è stato meno fortunato” commenta Palumbo “oggi i Signori al Governo hanno la soluzione a portata di mano: IL LAVORO. Ma cosa accade quando l’offerta di lavoro è quasi inesistente? Quando gli impieghi trovati sono da 11/12 ore al giorno con paghe da fame?”.

Le nuove regole sul reddito di cittadinanza 2023

Il dilemma LAVORO continua a presentarsi, ma stavolta con l’introduzione delle nuove norme relative al reddito di cittadinanza si inasprisce ulteriormente. Sul sito Tasse e Fisco si legge: “A norma dell’art .1 commi  313 321, la durata massima dell’erogazione del contributo economico del Reddito di cittadinanza dal 1 gennaio 2023 diventa di 7 mesi. La durata massima resta di 18 mesi, solo per i nuclei familiari

  • con minori
  • con persone disabili (come definite dal DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159)
  • con persone di età pari o superiore ai 60 anni.

La modifica  per il 2023 non riguarda quindi la Pensione di cittadinanza.

Regole per gli occupabili

A decorrere dal 1° gennaio 2023,  i soggetti  occupabili  (dai 18 ai 59 anni):

  • devono essere inseriti, per un periodo di sei mesi, in un corso di formazione e/o di riqualificazione professionale. In caso di mancata frequenza al programma assegnato il nucleo del beneficiario del reddito di cittadinanza decade dal diritto alla prestazione. Le regioni sono tenute a trasmettere all’Anpal gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza.
  •  per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico, l’erogazione del Reddito è subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello.
  •  tutti i percettori di Rdc residenti nel Comune debbono essere impiegati in progetti utili alla collettività (non più soltanto un terzo di essi).
  • Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi, non influisce sull’importo del Reddito di cittadinanza. Vanno quindi comunicati all’Inps solo  i redditi eccedenti tale limite massimo .
  • Il contributo economico cessa se il percettore  non accetta la prima offerta di lavoro (è abolita la definizione di offerta di lavoro “congrua”)

Il disegno di legge abroga  anche gli articoli riferiti al patto per il lavoro e di inclusione sociale che prevedeva l’intervento dei Centri per l’impiego e dei servizi sociali dei Comuni per predisporre le misure di reinserimento lavorativo e sociale, mai effettivamente decollate.

Si dovranno attendere certamente provvedimenti attuativi del ministero e dell’ANPAL  che chiariscano per il 2023  l’operatività  in questa materia, ad esempio le modalità per  qualificare  la presenza di  una offerta di lavoro  e dell’eventuale rifiuto.

Le novità sugli importi

La legge di bilancio prevede inoltre che :

la componente del reddito  di cittadinanza corrispondente  al canone annuo di affitto viene erogata direttamente al locatore dell’immobile.  Si attende un apposito decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,  entro il 2 marzo 2023 per la definizione delle modalità di attuazione. Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio, se rientra nel limite massimo di 3.000 euro lordi. I redditi eccedenti tale limite andranno  ancora comunicati all’INPS.

Infine si segnala  che ai datori di lavoro privati che nel 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del Rdc,  è riconosciuto l’esonero dal versamento  del 100% dei contributi previdenziali a loro carico.

Per il resto, le modalità di accesso, ISEE,  calcolo degli importi  e  pagamento non sono modificati.

Cosa succederà nel 2024 con lo STOP al reddito di cittadinanza

Come detto la legge 197 2022 prevede nel 2024 l’abolizione della norma che istituiva il reddito di cittadinanza per tutti i beneficiari. Per le famiglie piu in difficoltà i cui componenti non possono lavorare, il governo ha più volte ribadito che si intende mettere in campo una nuova misura di contrasto alla povertà e nell’articolo si fa  espresso riferimento a questo. Nel contempo si prevedono nuove modalità di sostegno all’occupazione per gli attuali percettori di reddito che hanno età e caratteristiche per poter lavorare. 

Si attendono quindi nuovi provvedimenti nel corso del 2023.

 

 

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