Ginnastica ritmica, il c.t. Maccarani indagata
Maltrattamenti nella ginnastica ritmica: il c.t. Maccarani nel registro degli indagati
Il c.t. della nazionale italiana di ginnastica ritmica Emanuela Maccarani e la sua assistente Olga Tishina finiscono nel registro degli indagati dalla Procura di Monza nell’ambito dello scandalo dei maltrattamenti sulle ginnaste. La notizia è trapelata dopo l’annuncio di importanti novità da parte dell’ufficio giudiziario, attualmente sotto la guida del procuratore Claudio Gittardi.
Accuse di comportamenti vessatori e abusi psicologici
Le prime a scagliarsi contro il modus operandi degli allenatori, erano state le due ex farfalle Anna Basta e Nina Corradini denunciando a mezzo stampa gli abusi psicologici e i comportamenti vessatori sopportati durante la permanenza presso l’Accademia nazionale di ginnastica ritmica di Desio. A tal proposito, le giovani avevano affermato di essere state costrette ad imposizioni e divieti rigidissimi su cibi e bevande, ai comportamenti umilianti e costanti controlli sul peso corporeo.
Reiterazione degli abusi
Intanto, dopo le gravi accuse di Corradini e Basta, lo scorso 3 novembre la Federginnastica aveva deciso di commissariare il Centro con lo scopo di far luce sulla vicenda. Peraltro, il 14 novembre, le due ex atlete, ascoltate dalla Procura, avevano confermato le dichiarazioni rilasciate alla stampa, aggiungendo altresì particolari sulla reiterazione degli abusi psicologici, il contesto, la durata e le regole troppo ferree a cui erano sottoposte le farfalle azzurre. Alla luce di ciò, gli inquirenti hanno iscritto nel registro degli indagati due responsabili della struttura e della gestione tecnica delle ginnaste nonché delle condotte di maltrattamento.
Maccarani aspetta la chiusura delle indagini
“Aspetto la chiusura delle indagini e mi attengo al silenzio come fatto fin d’ora. Più avanti sarò lieta di dire la mia, sperando che le indagini siano rapide nell’interesse mio e soprattutto delle ginnaste“, ha asserito il c.t. Emanuela Maccarani all’agenzia “La Presse” in merito ai fatti contestati.
Fonte: “Gazzetta dello Sport“