Alla scoperta dei luoghi “nascosti” e meravigliosi di Napoli: Borgo Orefici
Il Borgo Orefici è uno dei luoghi nascosti da scoprire a Napoli
Il Borgo Orefici è uno dei tanti luoghi “nascosti” e meravigliosi ancora da scoprire a Napoli. Riprendiamo il “viaggio” dal cuore della città partenopea. Luoghi dove si intrecciano leggende e cultura, volti e atmosfere di un tempo che sembra rivivere in chiunque ne assapori l’essenza.
Le origini del Borgo Orefici
Sotto il regno di Giovanna D’Angiò , i maestri orafi napoletani e le loro botteghe ebbero un riconoscimento ufficiale, e nacque così la loro corporazione nel borgo degli orefici. Da allora l’insieme dei vicoli, che portano nella zona portuale, divenne punto focale delle loro attività. Nel XVII il vicere’ stabili’ che la lavorazione dell’oro e dei gioielli si dovesse svolgere solo nel Borgo Orefici. È in questi luoghi che gli artigiani orafi hanno creato gli arredi sacri della maggior parte delle chiese napoletane.
Il famoso tesoro di San Gennaro
Ma vale la pena ricordare che è proprio in qui che è stato forgiato il famoso tesoro di San Gennaro.
Infatti, nella piazza principale del Borgo, nel 2015 hanno posto una targa intestata a Matteo Treglia.
Lui, orafo napoletano, creò l’ornamento del Busto di San Gennaro : la famosissima Mitra.
Gioiello sorprendente che è composto da 3694 pietre preziose, 358 diamanti e 43 smeraldi su una base di oro e di argento.
Fu proprio in questa piazza che tra il 1500 e il 1600 si avviò il processo della fusione dell’oro all’esterno delle botteghe.
In questo modo tutti potevano verificare la purezza e la qualità dei materiali.
La Croce lignea e la leggenda che la avvolge
Nella stessa piazza si può ammirare il crocefisso ligneo realizzato, nel XVIII secolo, dopo l’epidemia di peste, come ex voto. Tale opera è sostenuta da un basamento dove si possono ammirare scene della passione di Cristo. Francesco Di Roberto, un commerciante di pietre preziose, fece posizionare solo nel 1839 il crocefisso al centro della piazza. Secondo la leggenda l’uomo stava passeggiando, in cerca di aria salubre, nelle campagne di Afragola in compagnia del fratello, che soffriva di violenti attacchi d’asma. Percorrendo una via solitaria, i due videro il crocifisso ligneo ed improvvisamente il fratello guarì magicamente dall’asma! Furono proprio loro a far trasportare il crocefisso in piazza e i loro eredi, nel 1877, la fecero restaurare. Due eredi però non parteciparono. Nella targa posta sul basamento, si può ancora leggere infatti “restaurato dagli eredi di Roberto, meno Carmela e Luisa”! La particolarità del crocefisso è che da ogni angolo lo si guardi , si vede sempre allo stesso modo. Inoltre pare che la posizione attuale del Cristo non corrisponda a quella del ritrovamento dei fratelli Di Roberto. Alcuni storici d’arte affermano che nei crocefissi sagomati, specie quelli tardomedievali, le gambe, piegate da un lato, sono alla destra del Cristo. Naturalmente il popolo napoletano a questa particolare caratteristica, ha attribuito un qualcosa di miracoloso.
Gli altri monumenti del Borgo Orefici
Un’altra piazzetta del Borgo è Piazza Carlo Troya. Quì troviamo la storica Fontana della Pietra del Pesce ,realizzata nel 1578. La chiesa più importante del quartiere è San Giovanni a Mare. all’interno possiamo ammirare la copia di una testa marmorea di donna , di grandi dimensioni. L’originale si trova a Palazzo San Giacomo. Fu ritrovata nel 1594 nella zona dell’Anticaglia. In passato si associò questo busto alla sirena Partenope. In realtà rappresenterebbe Afrodite. Questo busto ha subito, negli anni vari spostamenti: nell’800 si trovava nei pressi della chiesa di Santa Maria nell’Avvocata, vicino al busto di Sant’Anna. per questo motivo la soprannominarono Marianna ‘a capa ‘e Napule. Sempre all’interno del borgo troviamo la chiesa di Sant’Eligio. Edificata nel 1270 , nel ‘500 , il vicerè Pedro De Toledo la trasformò in un educandato femminile, dove le giovani donne potevano essere istruite al servizio infermieristico.
La struttura ha subìto, nel corso degli anni vari danni in seguito ad incendi , terremoti e allo scorrere del tempo. Fortunatamente l’arco che collega il campanile alla chiesa , con il famoso orologio, rappresenta ancora una testimonianza importantissima della nostra storia.