Napoli: ieri alle ore 10,02 il miracolo del sangue di San Gennaro
Ieri, 19 settembre 2023, alle ore 10,02 il miracolo del sangue di San Gennaro, una nuova speranza per i napoletani
Ieri, 19 settembre 2023, alle ore 10,02 il miracolo: si scioglie il sangue di San Gennaro, un nuova speranza per i napoletani. Ore 7:30 apre la cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta ovvero il Duomo di Napoli. I napoletani si preparano a questa grande ed importantissima ricorrenza che ogni anno desta meraviglia e stupore davanti ad una manifestazione soprannaturale che San Gennaro, venerato dai napoletani dal 472 d.c., esegue in presenza della popolazione.
Questo miracolo si ripete 3 volte durante l’anno: nel sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre. Il miracolo assume un grande significato di fede e di speranza per i cittadini napoletani. Infatti quando il sangue non si scioglie ciò viene visto come cattivo presagio.
Presenti alla celebrazione, andata in onda in diretta su Canale21, il sindaco della città Gaetano Manfredi, presidente della Deputazione di San Gennaro, il quale ha dichiarato che questo é un periodo molto difficile per la società soprattutto per i giovani di Napoli “I momenti di difficoltà e sofferenza vanno affrontati con controllo, ma anche con una attenzione speciale per i giovani che hanno bisogno di avere una prospettiva”.
Presente alla celebrazione anche il Governatore della Campania Vincenzo De Luca “stiamo vivendo un periodo complicato. Abbiamo vissuto episodi di violenza e sangue. San Gennaro è anche occasione per ritrovare valori umani fondamentali. Un momento religioso, di preghiera e raccoglimento, ma anche un’occasione per fermarsi a pensare sulla nostra vita e su come è complicato vivere in un mondo di tensioni e di mancanza di rispetto”.
Nel Duomo presenti, tra gli altri, anche il Cardinale Crescenzio Sepe, ex arcivescovo di Napoli, al quale è succeduto don Mimmo Battaglia, e Emanuele Filiberto di Savoia, proprietario dell’Associazione Calcio Savoia 1908, del Real Agro Aversa e del Portici.
Inizia la celebrazione
La celebrazione inizia con l’arrivo dell’Arcivescovo don Mimmo Battaglia alle ore 9:30, il quale si reca nella cappella del tesoro di Santo. In presenza dell’Abate, monsignor Vincenzo de Gregorio, e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, ha aperto la cassaforte dove sono custodite le ampolle con il Sangue. Il grande prodigio quest’anno é avvenuto alle ore 9:54 per cui é arrivato sull’altare già sciolto. Il rito vuole che le ampolle con il sangue del Santo, vengano poste su un Tronetto portato a spalla dai seminaristi fino all’altare maggiore della Cattedrale.
Alle ore 10 ha avuto inizio la Solenne Celebrazione Eucaristica, nel corso della quale viene dato l’annuncio del prodigio ai presenti col caratteristico sventolìo del fazzoletto bianco da parte di un responsabile della Deputazione di San Gennaro. L’Arcivescovo Battaglia, dopo l’annuncio, ha percorso tutta la navata centrale del Duomo per mostrare poi al Popolo dei fedeli sul sagrato e alla Città le ampolle col Sangue sciolto.
Come di consueto, il grande stupore dei fedeli e dei presenti riempie il Duomo. Fino a martedì 26 settembre 2023 si svolgerà l’Ottavario di ringraziamento. Alle ore 9,00 ci sarà la celebrazione della Santa Messa nella Cappella del Tesoro, presieduta da un Prelato. Al termine l’ampolla con il Sangue verrà portata sull’altare maggiore, affidata ad un Canonico per la venerazione del popolo fino alle 12.30. Le preghiere e la venerazione riprenderanno alle 16,30 fino alle 18,30, quando ci sarà la celebrazione della Santa Messa. (Fanpage)
Presente alla celebrazione anche l’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris “Napoli, o’ miracolo, 19 settembre, San Gennaro, festa del patrono e della città. San Gennaro non è solo il santo di Napoli, San Gennaro è Napoli, i napoletani. Non è un patrimonio cattolico, è un bene comune, un insieme di religione, fede, mistero, rito, liturgia, fantasia, suggestione, scaramanzia, creatività, rifugio, storia, vita e morte. Il sangue di San Gennaro e l’attesa del miracolo è la vita di Napoli sempre appesa a un filo, così come il rapporto che i napoletani hanno con la vita e con la morte. San Gennaro è il corpo di Napoli, non potrà mai essere di una parte, è del popolo.”
Il discorso dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia
«Pensando al sangue del nostro martire mi chiedo – dice – se la sua liquefazione piuttosto che un fatto di cui stupirsi, non sia la semplice fotografia di ciò che purtroppo continua ad avvenire nella storia, ogni qual volta viene versato il sangue dei poveri con le ingiustizie, con la violenza del potere come dell’economia, con la brutalità dei gesti come delle parole».
E, ancora, «a volte credo che la reliquia di questo sangue stia lì a ricordarci questa ferita viva e sempre attuale, questa emorragia mai guarita, questo fluire di sangue mai interrotto. E proprio per questo credo che il vero miracolo si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato! Sì, credo che il vero miracolo avverrà quando la giustizia bacerà la pace, quando il bene sovrasterà il male per sempre, quando la buona notizia di Gesù Cristo prosciugherà il dolore del mondo, illuminerà definitivamente il buio».
L’arcivescovo, all’inizio dell’omelia, aveva invitato a non considerare il «sangue un oracolo da consultare e ancor meno un oroscopo cittadino, la cui funzione è quella di predire sventure o fortune per la città ma un segnale stradale, un indice puntato che rimanda alla necessità, all’urgenza, all’esigenza di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo».
San Gennaro – con il suo prodigio – ci indica una strada possibile «un ricominciamento necessario, la necessità urgente di prendersi cura delle ferite, di fermare il fluire del sangue, di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la nostra terra, i nostri cuori».
Il martire Gennaro – dice Battaglia – ci chiede di «sognare insieme questo miracolo, di farcene instancabili strumenti superando steccati di sorta, divisioni e barriere di ogni tipo, perché a dare ali alla speranza non può essere il passo solitario di un eroe ma la marcia unita di una comunità». (Avvenire)
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