Napoli, piazza Carlo terzo: 14enne accoltellato al fianco da ragazzini
Napoli, piazza Carlo terzo, un 14enne viene accoltellato al fianco da ragazzini
Napoli, ci risiamo, in piazza Carlo terzo, un 14enne viene accoltellato al fianco da un branco giovanissimi, non si arresta il fenomeno. Piazza Carlo terzo é una piazza situata alla fine di via Foria, tra i quartieri San Carlo all’Arena e San Lorenzo. Un ragazzino di 14 anni ieri sera era in compagnia di amici quando all’improvviso é stato aggredito ed accoltellato al fianco da un branco di ragazzini. Il colpo é stato sferrato dopo una lite per futili motivi, come spesso sta accadendo da diversi mesi.
Il 14enne è stato portato in ambulanza nel pronto soccorso più vicino dove è stato medicato. Cinque giorni la prognosi dei medici. Ferite lievi invece per l’amico. Accertamenti in corso dalle telecamere di sorveglianza della zona per risalire ai colpevoli dell’aggressione. (NapoliToday)
Continuano senza sosta gli omicidi per mano di minorenni
Sembra che si sia perso il vero senso della vita. Continuano questi drammatici episodi, minorenni armati che girano per le strade a caccia di chissà quali conquiste personali. L’uccisione di Giovanbattista Cutolo avvenuta davanti ad un locale in Piazza del Plebiscito a Napoli all’alba del 31 agosto, ha scosso gli animi. Il 24enne musicista é stato ucciso con diversi colpi di pistola da un 16enne durante una lite scoppiata per futili motivi. L’uccisore aveva parcheggiato il suo motorino in modo strano accanto a quello di un’amica di Giovanbattista. La ragazza lo rimprovera. Da qui parte una lite tra gli amici di Cutolo e il 16enne che non esita a sparare verso il musicista per ben 3 volte fino a stenderlo del tutto a terra.
Ora il ragazzino è detenuto nel carcere minorile di Napoli. I genitori di Giovanbattista dopo proteste, comizi, colloqui con il Sindaco Manfredi, la Premier Meloni, ora pensano di lasciare Napoli perché non sopportano questo dolore e vogliono cambiare vita.
Criminalità giovanile, cause e prevenzione del fenomeno, interviene il Criminologo Prof. Salvatore Pignataro
Il Professor Salvatore Pignataro, consulente legale presso lo Studio dell’avvocato penalista Giuseppe Di Gaeta, Criminologo Investigativo professionista docente di Criminologia investigativa e Tecniche di Indagine presso l’Università degli Studi Giustino Fortunato e cultore della materia in procedura penale presso l’Università degli Studi Luigi Vanvitelli di Santa Maria Capua Vetere, é stato nominato qualche mese fa, Coordinatore regionale della Campania dell’Associazione Italiana per la lotta al Cyberbullismo e Sexiting.
“Risse, percosse, lesioni, fenomeni di bullismo e cyberbullismo, atti vandalici e perfino omicidi sono solo alcuni dei crimini di cui si macchiano i giovanissimi delle gang giovanili diffuse in tutto il paese. Un grido, un malessere a cui dare risposte che purtroppo aumenta anche in molte città e paesi della Campania.” dichiara il Professore.
“Partiamo con dei dati dell’Osservatorio nazionale sull’adolescenza, istituito presso il Ministero della Famiglia” – spiega il prof. Pignataro – “il 6,5% dei minori fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa. Lo segnala l’ultimo report del Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale sui minori: aumenta del 10% la quantità di minori denunciati o arrestati, così come sale del 20% il numero dei reati. Dai dati demografici emerge che l’appartenente ad una baby gang ha tra i 7 e i 16 anni, è quasi sempre maschio, ma il fenomeno sta aumentando anche tra le femmine e prende di mira soggetti più deboli (coetanei, anziani, disabili).”
“C’è da rilevare che lo scorso anno, c’è stato un aumento del 14,3% dei minori denunciati e arrestati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In crescita del 35% gli omicidi commessi dai minori, sono stati 23 nel 2022, attentati +53,8%, tentati omicidi +65,1%, lesioni dolose +33,8%, percosse +50%, rapine +75,3%, +91,2% per quanto riguarda quelle nella pubblica via.”
L’influenza della nuova tecnologia
“Oggi”, continua il Professore “con il supporto della tecnologia, la condivisione aumenta la portata e alimenta maggiormente gli animi. Si cerca intenzionalmente la popolarità e questo rappresenta un’ulteriore sfida, una condizione che fa sentire i ragazzi ancora più potenti. Tutte queste aggressioni vengono, infatti, riprese attraverso gli smartphone e condivise nelle varie chat e i profili social. Ormai anche le gang si sono digitalizzate e, spesso, condividono le loro ‘gesta’ sui vari social media creando gruppi appositi che fungono da rinforzo e condivisione di condotte delinquenziali.”
“E’ anche importante intercettare le cause che portano a queste escalation criminali dei ragazzi. Dall’intenzione di emulare i crimini commessi dagli adulti al desiderio di andare contro le regole sociali, fino al semplice piacere provato nel prendere in giro chi è ‘diverso’, nel lessico, nel vestiario o nelle fattezze fisiche: queste le principali e più comuni motivazioni che spingono i giovani, talvolta addirittura bambini, ad adottare una condotta antisociale.
Difficoltà ambientali, economiche, culturali e sociali sono alla base di ogni comportamento deviante; il fenomeno delle baby gang nasce da un contesto di vita problematico nel quale questi giovani crescono. Gli studiosi hanno individuato i fattori di rischio in diverse aree: c’è chi sostiene che questo tipo di violenze siano causate da modelli sbagliati ai quali i ragazzi fanno riferimento.
È recente il fenomeno di serie tv criminali dai quali i ragazzi prendono come modelli il “cattivo” della situazione che, nella maggior parte dei casi, riesce a cavarsela, quando invece il messaggio dovrebbe essere differente e quindi dove il bene dovrebbe sconfiggere il male.” In alcuni casi invece, le condotte anti-sociali derivano da frustrazioni che causano comportamenti aggressivi su persone definite più “deboli”.